Dati generali
La formazione urbana di Pola viene collocata nell'epoca antica con la fondazione della colonia romana (Pietas Iulia) nel periodo di Cesare (prima metà del I secolo a.C.) per raggiungere l'apice durante il regno di Settimio Severo, verso la fine del II e l'inizio del III secolo quando contava pi๠di trentamila abitanti, e assieme a Salona (capitale della Dalmazia romana) era uno dei maggiori centri abitati sulla costa orientale dell'Adriatico.
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (verso la fine V secolo) per quasi quattordici secoli la crescita della popolazione di Pola era stagnante; si susseguivano i reggenti e la città era in attesa di un nuovo periodo di "urbanità ".
Fino alla battaglia tra la flotta veneziana e genovese nei pressi del porto di Pola nel 1379 quando i genovesi devastarono la città , Pola contava dai cinque ai diecimila abitanti e poteva ancora definirsi "città ". In seguito alla devastazione questo epiteto puಠessere tralasciato fino al 1856 quando l'impero Austo-ungarico inizia la costruzione dell'arsenale; dieci anni pi๠tardi Pola diventa il porto principale dell'Impero. Il numero degli abitanti di Pola in questo periodo cade drasticamente per motivi di una grande pestilenza (l'epidemie di peste abbatterono la città nel 1371, 1437, 1527 e 1631) e nel 1554 la città conta soltanto 594 abitanti, mentre la città con i dintorni contava 2.657 abitanti.
Nel 1631 in seguito alle epidemie di peste Pola conta soltanto 347 abitanti.
Trascurata e abbandonata dai Veneziani, secondo il censimento del 1741 Pola decade ancora di pià¹, contando allora, dopo 110 anni, soltanto 661 abitanti (ospiti casuali e scrittori di viaggio la chiamano "città - spoglia" o "città - inanimata").
Alla fine del dominio veneziano e con l'inizio dell'amministrazione austriaca, verso la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, il numero dei cittadini rimane all'incirca allo stesso livello, non superando il numero di tre cifre, come la maggioranza dei villaggi e degli abitati nei dintorni di Pola.
La malaria, la colera, il tifo, la tubercolosi, il vaiuolo e diverse malattie sono le cause di alta mortalità fino alla prima metà del XIX secolo; il numero delle persone nate a Pola è da tre a quattro volte inferiore al numero delle persone decedute. Nel 1818 Pola censita 926 abitanti, e nel 1842 finalmente supera i mille e conta 1126 abitanti.
Pola si risveglia nuovamente come porto militare principale dell'Impero Austro-ungarico e registra un'espansione demografica (e sociale - urbana) di alto tasso, di circa 10% della crescita annuale degli abitanti (ad esempio nel 1842 nella città c'erano 214 case mentre nel 1910 questo numero raggiunse le 4.240 unità ).
Dati demografici
La formazione urbana di Pola viene collocata nell'epoca antica con la fondazione della colonia romana (Pietas Iulia) nel periodo di Cesare (prima metà del I secolo a.C.) per raggiungere l'apice durante il regno di Settimio Severo, verso la fine del II e l'inizio del III secolo quando contava pi๠di trentamila abitanti, e assieme a Salona (capitale della Dalmazia romana) era uno dei maggiori centri abitati sulla costa orientale dell'Adriatico.
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente (verso la fine V secolo) per quasi quattordici secoli la crescita della popolazione di Pola era stagnante; si susseguivano i reggenti e la città era in attesa di un nuovo periodo di "urbanità ".
Fino alla battaglia tra la flotta veneziana e genovese nei pressi del porto di Pola nel 1379 quando i genovesi devastarono la città , Pola contava dai cinque ai diecimila abitanti e poteva ancora definirsi "città ". In seguito alla devastazione questo epiteto puಠessere tralasciato fino al 1856 quando l'impero Austo-ungarico inizia la costruzione dell'arsenale; dieci anni pi๠tardi Pola diventa il porto principale dell'Impero. Il numero degli abitanti di Pola in questo periodo cade drasticamente per motivi di una grande pestilenza (l'epidemie di peste abbatterono la città nel 1371, 1437, 1527 e 1631) e nel 1554 la città conta soltanto 594 abitanti, mentre la città con i dintorni contava 2.657 abitanti.
Nel 1631 in seguito alle epidemie di peste Pola conta soltanto 347 abitanti.
Trascurata e abbandonata dai Veneziani, secondo il censimento del 1741 Pola decade ancora di pià¹, contando allora, dopo 110 anni, soltanto 661 abitanti (ospiti casuali e scrittori di viaggio la chiamano "città - spoglia" o "città - inanimata").
Alla fine del dominio veneziano e con l'inizio dell'amministrazione austriaca, verso la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, il numero dei cittadini rimane all'incirca allo stesso livello, non superando il numero di tre cifre, come la maggioranza dei villaggi e degli abitati nei dintorni di Pola.
La malaria, la colera, il tifo, la tubercolosi, il vaiuolo e diverse malattie sono le cause di alta mortalità fino alla prima metà del XIX secolo; il numero delle persone nate a Pola è da tre a quattro volte inferiore al numero delle persone decedute. Nel 1818 Pola censita 926 abitanti, e nel 1842 finalmente supera i mille e conta 1126 abitanti.
Pola si risveglia nuovamente come porto militare principale dell'Impero Austro-ungarico e registra un'espansione demografica (e sociale - urbana) di alto tasso, di circa 10% della crescita annuale degli abitanti (ad esempio nel 1842 nella città c'erano 214 case mentre nel 1910 questo numero raggiunse le 4.240 unità ).
(Il numero degli abitanti di Pola si riferisce al territorio cittadino all'interno dei confini odierni, mentre Pola con i dintorni aggiunge alla città i comuni odierni di Barbana, Fasana, Lisignano, Marzana, Medolino, Sanvincenti e la Città di Dignano).
Con la caduta della Monarchia, Pola diventa porto militare principale e sede urbana. Pola nel 1920 con il Trattato di Rappallo viene assegnata al Regno d'Italia il che si ripercuote anche sul piano demografico, in primo luogo con l'emigrazione di massa della popolazione croata e slovena e pi๠tardi con simile imigrazione degli immigrati italiani.
Con la caduta della Monarchia, Pola diventa porto militare principale e sede urbana. Pola nel 1920 con il Trattato di Rappallo viene assegnata al Regno d'Italia il che si ripercuote anche sul piano demografico, in primo luogo con l'emigrazione di massa della popolazione croata e slovena e pi๠tardi con simile imigrazione degli immigrati italiani.
Dopo la Seconda guerra mondiale la città di Pola, prima chiusa nell'amministrazione militare e politica anglo-americana e poi annessa alla Croazia (Jugoslavia federativa), registra nuovamente una caduta demografica dovuta all'emigrazione (esodo) della popolazione italiana insoddisfatta dei nuovi cambiamenti sociali e politici. Solo trent'anni pi๠tardi Pola riesce a raggiungere il proprio massimo demografico durante l'Impero austro-ungarico.